Vetrate dell'abside della chiesa

Un gioiello architettonico

La chiesa di San Francesco è tra i monumenti che compongono la cornice di Piazza del Popolo, cuore della città di Ascoli Piceno e una tra le più belle piazze d’Europa.

Lo storico e sacerdote Don Antonio Rodilossi descriveva la chiesa come uno dei più interessanti esempi italiani di architettura francescana, nonché la chiesa francescana più rappresentativa delle Marche. Essa costituisce il centro di un complesso monumentale completato dal chiostro maggiore e dal chiostro minore.

Statua di San Francesco con Gesù crocifisso

In ricordo di Francesco

La chiesa nasce per ricordare la visita di San Francesco d’Assisi ad Ascoli Piceno nell’anno 1215 e del santo ne conserva il nome, pur essendo stata dedicata e consacrata, il 24 giugno 1371, a san Giovanni Battista dal vescovo Giovanni Acquaviva.

Dall’anno della venuta di San Francesco, attraverso molte vicende, i Frati Minori sono stati sempre presenti in Ascoli e si sono succeduti trasmettendo il messaggio ricevuto dal Poverello di Assisi.

Le ultime novità

Informazioni utili

Orari di apertura estivi

(Giugno, Luglio, Agosto)

FESTIVO

7.00 – 13.00
15.00 – 19.30

FERIALE

6.45 – 12.00
15.00 – 19.15

Orari di apertura invernali

(Settembre – Maggio)

FESTIVO

7.00 – 13.00
15.00 – 19.15

FERIALE

6.45 – 12.00
15.00 – 19.00

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Il Vangelo e il Santo del giorno

Testo del Vangelo (Lc 19,11-28): In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: «Fatele fruttare fino al mio ritorno». Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: «Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi».

»Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: «Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci». Gli disse: «Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città». Poi si presentò il secondo e disse: «Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque». Anche a questo disse: «Tu pure sarai a capo di cinque città». Venne poi anche un altro e disse: «Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato». Gli rispose: «Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi».

»Disse poi ai presenti: «Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci». Gli risposero: «Signore, ne ha già dieci!». «Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me»».

Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Sant' Edmondo

Re degli Angli Orientali, martire

È un santo più vivo nella memoria popolare d'Inghilterra che in tante pagine di documenti storici. E vivo soprattutto per il modo e le ragioni della sua morte. Ma di lui sappiamo poco, e quel poco è pure...
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