Accanto al tempio sorse il Convento dei Frati Minori, nominati, poi, da Papa Innocenzo IV con l’appellativo di Conventuali (Bolla, 3 aprile 1250) dal nome delle chiese da loro officiate ed equiparate alle Collegiate del clero secolare.
L’area, recintata da alto muro, comprendeva due chiostri con gli annessi fabbricati del convento, gli orti e i giardini fino ai confini di Santa Maria inter vineas. In questo ampio convento fu sviluppato uno Studio Generale, che per molti secoli, fino al 1800, è stato Centro di cultura di teologia, filosofia, lettere, scienze ed arti. Qui si formarono predicatori e missionari del Vangelo e furono promosse opere di assistenza.
Primo Chiostro
Attiguo alla chiesa, è sobrio, spazioso, elegante. Il porticato di venti arcate su colonne corinzie fu costruito nell’ala nord nel 1565 e gli altri lati furono ultimati nel 1624, a seguito di un lascito di Giovanni Vincenzo Cataldi. Al centro si ammira il caratteristico pozzo gotico. Le arcate gotiche, lungo Via del Trivio, sono di epoca anteriore. Al lato sud, ora Mercato del Pesce, era la Sala Capitolare dei frati, assegnata, a suo tempo, alla Confraternita del Corpus Domini per opere di assistenza ai poveri. La Sala era decorata di affreschi attribuiti alla Scuola di Cola dell’Amatrice.
Una lapide al muro esterno della chiesa riporta un brano del Wadingo, storico francescano (+ 1657):
“Uscirono da questo luogo tali e così insigni uomini quali nessun convento del nostro Ordine, cioè due Pontefici Massimi Nicolò IV e Sisto V, inoltre il Cardinale Felice Centino ancora superstite“.
Il chiostro ed il convento annesso, dopo la soppressione degli Ordini religiosi (Legge Valerio, agosto 1861) furono adibiti in primo tempo (1868) ad Uffici e Scuole; in seguito (1873) a Distretto Militare “Nuova Caserma di San Francesco”. Ora il chiostro è mercato pubblico, mentre i vani attorno, nel secondo piano, sono abitazione dei religiosi.
Secondo Chiostro
Si trova in Via Ceci, a pochi passi. Ci si presenta con ventidue arcate erette su colonnine ottagonali e nel piano superiore sviluppa un loggiato con quarantadue archi sorretti da eleganti colonne cilindriche: è del sec. XIV-XVI.
In mezzo al chiostro si osserva il pozzo gotico con la scritta “Quisto Pozio a fatu fare Iovanne de Pela“. Negli anni 1937-1939 il convento all’intorno è stato demolito per la costruzione dell’attuale palazzo dell’I.N.A.
Testi dalla brochure “Tempio Monumentale di San Francesco” (p. Giuseppe Gambini, n.d.)